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mercoledì 4 ottobre 2017

🌙 Una canzone prima che arrivi la sera e un po’ di news letterarie.

Un attimo di silenzio, per favore. Ascoltate.



In questa disarmante esecuzione del grandioso maestro Keith Jarrett, la musica si respira, inebria i pori, fa impazzire il sangue. Sembra che non esista nient'altro al di fuori di lei. Sì, lei, perché la musica è una gran Signora quando viene avvicinata e sedotta nel modo giusto, con l'amore autentico. La riconosce la voce, sapete? E si inchina per offrirsi al cuore di chi ascolta. 

Ascoltare. Ne abbiamo bisogno un po’ tutti. Come umanità ci siamo ridotti a un ammasso di flaccida carne ambulante e niente più. O poco altro più al massimo. Ascoltiamo allora. Riposiamo nel silenzio e lasciamo che la musica intoni per noi le sue composizioni più sublimi. 

Questo post perché mi andava di scrivervi e perché ho finito e iniziato dei libri magnifici, che mi hanno in-segnato, nel senso proprio di segnato dentro, come un'incisione, un solco profondo.
Però anche perché ho da segnalarvi alcune uscite interessanti, alcune attese intorno alle quali diventare impazienti.

Cominciamo in disordine.

Pare certo che Caraval di Stephanie Garber in Italia arriverà il 19 ottobre per la Rizzoli, lo confermano anche i principali store che hanno reso disponibile il titolo nel database con una trama tutta italiana. Restiamo solo curiosi di svelarne la copertina, con l'augurio che, se proprio non dovesse essere identica all'originale, perlomeno ne rispetti lo stile e le atmosfere grafiche. 
Intanto, guardate che spettacolo la cover del secondo volume della serie, Legendary



L'amore. 
L'infinito, praticamente. 
L'inenarrabile. 
Proprio oggi leggevo in uno splendido libro la frase “non dite niente sull'amore” e ne sono rimasta folgorata. Mi sono persino data della sciocca. Sì, perché per quanto siano nobili e delicati e gentili gli sforzi, resterà sempre un argomento sfuggente e intimidatorio. Un bellissimo mistero. 
Ho imparato che l'amore è davvero tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che chiediamo. E ho imparato che per amare bisogna arrendersi all'amore, morire alle dipendenze, morire alla vita, se avete orecchie per intendere e occhi per guardare, e rinascere ogni istante attraverso l'amore. È tutto un processo estremamente solitario e forse i primi momenti doloroso, ma anche la madre soffre quando partorisce una nuova vita. 
Forse c'è poco da blaterare sull'amore e solo da capire, da esperire. Tuttavia, finché non avrò ottenuto una solida consapevolezza in merito, non smetterò di nutrirmi di questo nettare balsamico chiamato amore. 
Così come cantano gli scrittori che vi presento. 

Chi ha bisogno di te di Elisabetta Bucciarelli
Skira Editore
Pagg. 144
Prezzo 13,00€

Esistono molti modi per innamorarsi e altrettanti per chiudere un amore. Ci sono uomini che sanno aspettare, padri che cercano le parole per crescere i figli e poi c'è Meri, una giovane donna con un dono speciale. Vicino a lei una madre che la educa ai sentimenti con le canzoni dei Queen. Meri riceve biglietti anonimi scritti a mano e mentre cerca di scoprire chi sia il mittente, un marito tradisce la moglie e un altro viene abbandonato per disamore. Tra un messaggio e una domanda sbagliata, un'ape in trappola e una canzone di Freddie Mercury, ciascun personaggio arriverà a svelare a se stesso più di un mistero e forse a intuire la bellezza legata all'imprevedibile dell'esistenza. «Chi ha bisogno di te» è una storia che parla d'identità e di come il nostro modo di amare non dipenda solo da noi ma, soprattutto, dagli incontri che la vita ci propone.



Elisabetta Bucciarelli è una scrittrice milanese. Autrice per il teatro, la televisione e il cinema, dove è stata premiata alla 53a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per la sceneggiatura del film Amati Matti, scritta dopo dieci anni di laboratori teatrali con pazienti affetti da disagio psichico. Ha firmato i saggi Io sono quello che scrivo, la scrittura come atto terapeutico (Calderini Edizioni) e Le professioni della scrittura (Ed. Il Sole24Ore). Nel 2005 esce il romanzo Happy Hour che ha inaugurato la felice serie dell’ispettrice Maria Dolores Vergani. Con Io ti perdono (Kowalski, 2009) vince il Premio Franco Fedeli e con Ti voglio credere (Kowalski, 2010) il Premio Giorgio Scerbanenco per il miglior Noir dell’anno. Tra gli altri suoi libri, Corpi di scarto (Edizioni Ambiente, 2011) e Femmina de Luxe (Perdisa Pop, 2008; Feltrinelli Zoom, 2013), dove compare per la prima volta il personaggio di Olga, presente anche in L’etica del parcheggio abusivo (Feltrinelli e Feltrinelli Zoom, 2013). È tradotta in Germania, Spagna e Francia.

Questo insta-scatto è stato pubblicato dall'autore stesso solo qualche giorno fa. Non avendo ancora una copertina, vi riporto le informazioni che sono riuscita a reperire da un giro di perlustrazione in rete. Non so – e ci tengo a sottolinearlo – quanto possano essere affidabili. 


Ogni storia è una storia d'amore di Alessandro D'Avenia
Mondadori
Pagg. 250
Prezzo | 19,00€
Disponibile dal 31 ottobre 

In queste pagine Alessandro D'Avenia immagina di rivolgere la domanda cruciale - «L'amore salva?» - a una serie di donne, accomunate dal fatto di essere state compagne di vita di grandi artisti: muse, specchi della loro inquietudine e spesso scrittrici, pittrici e scultrici loro stesse; argini all'istinto di autodistruzione, devote assistenti, o invece avversarie, anime inquiete incapaci di trovare pace. In una galleria di racconti si lascia finalmente la parola alle donne: ascoltiamo allora la frustrazione di Fanny, che Keats magnificava nelle proprie poesie ma con la quale non voleva condividere nemmeno un giorno di quotidianità, la dolce caparbietà di Tess Gallagher, poetessa che di Raymond Carver amava tutto e riusci a portare un po' di luce nei giorni della sua malattia, la disperazione di Jeanne Modigliani, che come il marito Amedeo viveva per dipingere, ma non poté riscattare dall'angoscia di vivere né se stessa né tantomeno lui, i segreti interventi di Alma Hitchcock, amorevoli e competenti, che del marito fu braccio destro in tutti i suoi film, l'energia quieta e solida di Edith Tolkuen, che accanto al marito trascorse la vita intera. Storie d'amore tormentate e grandiose, tenere, folli, feconde, distruttive, ancillari, giocose. Storie attraversate dal mito fondante di Orfeo ed Euridice, in cui la donna-musa ispira e sostiene l'amato, talvolta a costo della propria vita. Fonte


Alessandro D’Avenia, quarant'anni, dottore di ricerca in Lettere classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore. Dal suo romanzo d’esordio, Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori 2010), è stato tratto nel 2013 l’omonimo film. Sempre per Mondadori ha pubblicato Cose che nessuno sa (2011). Con Ciò che inferno non è (2014) ha vinto il premio speciale del presidente al premio Mondello 2015. Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo. Da L'arte di essere fragili ha tratto un racconto teatrale che porta in giro per l’Italia.


Di questo prossimo arrivo sono lieta di condividere in esclusiva la favolosa e scintillante copertina, forse anche più attraente della precedente, a mio parere. Il rosso è così intenso, e poi le rose che incorniciano il viso della fanciulla in primo piano… Non vedo l'ora di poterlo leggerlo e commentarlo insieme a voi. Naturalmente, sto parlando di Midnight Jewel di Richelle Mead, secondo episodio della serie The Glittering Court, portato in Italia dalla LSWR Edizioni


E adesso, per concludere, un cenno al libro che ho terminato questa mattina e a quello che ho iniziato subito dopo. 

Torniamo all'amore, quindi. 
Avete presente Lolita? Bene, personalmente non l'ho letto (ho intenzione di farlo molto presto, a questo punto) ma Lamb ne ripropone l'intreccio. Sono sempre stata attratta dalle storie di legami illeciti, proibiti, impossibili. Non chiedetemene il motivo, probabilmente il karma di qualche vita passata. Ecco che però alla lettura sfrenata delle prime settanta pagine del romanzo, dinnanzi alle armonie dello stile a tratti evocativo e a tratti schietto e quasi inviperito, il cuore balbetta, irretito da sentimenti dolci e amari insieme ai quali non dovrebbe concedersi ma che riescono comunque a intrappolarlo. Pericoloso, crudele, e per qualcuno addirittura orribile, ma forse c'è più amore dentro queste pagine che in mille altre storie. 

Dovrebbe essere smerciato ovunque. Dovrebbe essere affisso al muro della vostra vita come un manifesto di libertà, quella vera, e di risveglio, quello vero. È una sberla continua, una secchiata di acqua gelata che piove addosso con la potenza – e l'ironica prepotenza – di una valanga. Lo stile è irriverente, sfrontato e derisorio, e fa male (oh, se fa male), ma schiude i cancelli di una verità sepolta e per molti scomoda con sincerità, amore, poesia e una saggezza di pietrificante beltà.

Amici miei, per oggi è tutto. 
E voi, avete qualche storia da farmi scoprire?

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